lunedì 16 maggio 2011

Canzone delle domande consuete - Francesco Guccini


Ancora qui a domandarsi e a far finta di niente
come se il tempo per noi non costasse l'uguale,
come se il tempo passato ed il tempo presente
non avessero stessa amarezza di sale.

Tu non sai le domande, ma non risponderei
per non strascinare parole in linguaggio d'azzardo;
eri bella, lo so, e che bella che sei,
dicon tanto un silenzio e uno sguardo...

Se ci sono non so cosa sono e se vuoi
quel che sono o sarei, quel che sarò domani,
non parlare non dire più niente, se puoi,
lascia farlo ai tuoi occhi, alle mani...

Non andare... vai... Non restare... stai... Non parlare... parlami di te...

Tu lo sai, io lo so, quanto vanno disperse,
trascinate dai giorni come piena di fiume
tante cose sembrate e credute diverse,
come un prato coperto a bitume.

Rimanere così, annaspare nel niente,
custodire i ricordi, carezzare le età;
è uno stallo o un rifiuto crudele e incosciente
del diritto alla felicità...

Se ci sei, cosa sei? Cosa pensi e perchè?
Non lo so, non lo sai; siamo qui o lontani?
Esser tutto, un momento, ma dentro di te,
aver tutto, ma non il domani...

Non andare... vai... Non restare... stai... Non parlare... parlami di te...

E siamo qui spogli in questa stagione che unisce
tutto ciò che sta fermo, tutto ciò che si muove,
non so dire se nasce un periodo o finisce,
se dal cielo ora piove o non piove...

Pronto a dire  "buongiorno  ", a rispondere  "bene  ",
a sorridere a  "salve  ", dire anch'io  "come va?  "
Non c'è vento stasera. Siamo o non siamo assieme?
Fuori c'è ancora una città?

Se c'è ancora balliamoci dentro stasera,
con gli amici cantiamo una nuova canzone...
tanti anni e son qui ad aspettar primavera,
tanti anni ed ancora in pallone...

Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di te...
Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di noi...


La contraddittorietà della vita umana, dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti, di tutto ciò che sentiamo. Guccini è un maestro delle parole, si ascolta come un poeta. E uno dei suoi grandi dilemmi è quello dello scorrere del tempo e di come noi ce lo lasciamo sfuggire. L'uomo della canzone si è fatto mille domande, ed è ancora lì a farsele, senza trovare mai alcuna risposta. E così lascia scorrere la sua vita... Adoro questa canzone, perchè nella vita non sai mai cosa è giusto e cosa è sbagliato. E lo stesso dilemma se lo pone Milan Kundera ne  "L'insostenibile leggerezza dell'essere  ", incentrato proprio sulla scelta: cosa è giusto e cosa è sbagliato, il pesante o il leggero?

Nessun commento:

Posta un commento